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Il Cristo crocifisso recentemente attribuito ad Agnolo di Cosimo detto il Bronzino, dipinto per la famiglia Pandolfini e conservato ora al Musée des Beaux –Arts di Nizza.

Vasari nelle sue “Vite”, parla di un Crocifisso bellissimo di mano dell’amico Bronzino, “…che è condotto con molto studio e fatica; onde ben si conosce che lo ritrasse da un vero corpo morto confitto in croce, cotanto è in tutte le sue parti di somma perfezione e bontà”. Questo è quanto appare osservando questo Cristo crocifisso, riconosciuto recentemente come opera del Bronzino (1545 ca.). E’ una visione strana questa che propone l’artista: il contrasto di un corpo livido di un naturalismo impressionante, appeso ad una croce lignea incastonata all’interno di una nicchia, spazio architettonico ben delineato, quasi fosse una rappresentazione iconica, scultorea. Ma lo studio approfondito della raffigurazione ha svelato la volontà di andare ben oltre alla descrizione naturalistica, per quanto di qualità sconcertante, del corpo morto, dandone invece una visione sublimata senza quasi segni di sofferenza, probabilmente in sintonia con il pensiero teologico valdesiano del committente. La possibilità di indagare il disegno sottostante la pittura, ha fatto emergere la ricerca colta e perfetta che l’autore ha voluto applicare al suo Cristo. Un prezioso dettaglio inaspettato e interessantissimo, particolarmente evidenziato nel disegno e centrale alla raffigurazione, la zona inguinale, è un punto che cade esattamente sull’asse centrale e che, messo in relazione geometrica con la composizione tramite una costruzione aurea, persegue l’individuazione di proporzioni perfette in una suddivisione armonica dello spazio pittorico. Il riferimento concettuale all’Uomo Vitruviano di Leonardo da Vinci è evidente. Nel testo autografo del disegno, Leonardo scrive:”…’l centro delle stremità delle aperte membra sia il belico…” ed ancora “…il membro virile nasce nel mezo dell’omo…”. Le due immagini infatti (Leonardo e Bronzino), risultano perfettamente sovrapponibili data l’esatta corrispondenza dei centri geometrici.

Terra (inguine) e Cielo (ombelico) si incontrano qui in un rapporto di armonia perfetta. E’ l’uomo stesso che potenzialmente racchiude in sé, nelle geometrie intrinseche del tempio della sua anima, la perfezione divina. Leonardo nel suo Codice Atlantico afferma: “L’uomo è modello del mondo”; Bronzino sembra concludere dicendo ora: “Cristo è modello dell’Uomo”.

Inguine e ombelico: Cielo e Terra si incontrano.

Materiale tratto da: OPD Restauro – Rivista dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze. N°24 – 2012,  pp. 193/201